Il contributo è immediatamente “monetizzabile” con il modello F24, in compensazione con tutti i tributi e tasse che deve versare (o verserà) l’azienda nel corso dei mesi.
In altre parole, il credito d’imposta diminuendo il debito fiscale (risparmio fiscale) che l’azienda ha nei confronti dello Stato e degli Enti (IRES, IVA, INPS, IRAP, INAIL, Imposte regionali e comunali) produce un beneficio visibile ed immediatamente misurabile sulla struttura finanziaria ed economica dell’azienda.
Ciò in quanto, il venire meno al versamento di una quota considerevole di tasse e tributi (fino a venti milioni di euro annui n.d.r), l’azienda ottiene un miglioramento sulla:
• gestione monetaria: minore uscita di cassa, dovuta al mancato versamento dell’IVA, INPS, etc…
• struttura dei costi: minor incidenza degli oneri tributari
• risultato economico: miglioramento del Reddito d’Esercizio.
Infine, ma non meno importante, il credito di imposta (essendo un credito appunto) non concorre alla formazione della base imponibile conseguente al reddito d’impresa da tassare. Questo vuol dire che su questo contributo non si pagano tasse come invece avviene, ad esempio, con i contributi a fondo perduto.